La cartelle esattoriali possono mettere in difficoltà il contribuente sotto vari punti di vista. C’è un dettaglio che molti ignorano.
Italiani e Fisco, il rapporto di amore-odio continua. Quando si parla di cartelle esattoriali sono maggiori i sentimenti negativi dato che l’arrivo di una cartella significa una cosa sola, la necessità di sborsare cifre più o meno onerose.
La cartella di pagamento è l’atto con cui l’Agenzia delle Entrate – Riscossione richiede al contribuente il recupero dei crediti vantati da enti impositori. La cartella contiene l’importo da pagare, l’invito a procedere entro una certa data di scadenza, le informazioni sulle modalità di pagamento nonché le istruzioni per richiedere la rateizzazione, la sospensione o per avanzare ricorso.
In caso di mancato pagamento l’AdE procederà con misure cautelari oppure esecutive per recuperare le somme dovute dal debitore. Chi non paga rischia il pignoramento dei beni come procedura esecutiva. A tal proposito c’è una puntualizzazione da fare relativa ad un dettaglio che non molti conoscono. Se un pensionato dovesse contrarre un debito e ricevere una cartella esattoriale potrebbe vedersi ridotto l’importo della pensione ma, in un caso, lo stesso diritto al trattamento sarebbe a rischio.
L’Agenzia delle Entrate può coinvolgere l’INPS in un debito contratto dal pensionato procedendo con il pignoramento della pensione al fine di recuperare le somme dovute dal debitore. Può chiamare in causa anche la banca in cui la pensione arriva. L’istituto provvederà a ridurre l’importo mensile del trattamento secondo indicazioni dell’AdE e girando la somma prelevata all’Agenzia stessa. Il pignoramento, però, non dovrebbe essere l’unica preoccupazione del pensionato.
Oltre all’importo l’AdE può toccare il diritto al trattamento. Significa che a causa di una cartella non pagata la stessa pensione è a rischio e si potrebbe rimanere senza soldi. Il problema si verifica quando la cartella riguarda i contributi non pagati. Questi non finiranno nell’estratto conto del contribuente e di conseguenza si potrebbe venir meno il diritto alla pensione non rispettando più il requisito contributivo.
Venti anni per la pensione di vecchiaia, 42 anni e dieci mesi per la pensione anticipata ordinaria, 41 anni per i precoci, dove mancano contributi si potrebbe dire addio alla pensione a causa delle cartelle esattoriali. Come risolvere il problema? Semplicemente pagando la somma indicata dall’AdE in cartella. Nel momento in cui il debito verrà saldato (anche tramite rateizzazione dei pagamenti) i contributi omessi saranno inseriti nell’estratto conto riuscendo a raggiungere il requisito minimo di pensionamento.
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