Al 30 settembre è fissata un’importante scadenza fiscale e chi non ne rispetta i termini rischia multe salate da parte dell’AdE.
Ogni anno i lavoratori e i pensionati sono tenuti a presentare la propria dichiarazione dei redditi. I lavoratori autonomi, ad esempio, lo fanno tramite CUD e versamento dei contributi alla propria cassa previdenziale di riferimento.
Le altre categorie, dunque quelle dei pensionati e dei lavoratori dipendenti o assimilati (ad esempio chi ha contratti di collaborazione coordinata e continuativa), devono presentare il cosiddetto modello 730.
Tale modello si può compilare autonomamente oppure con il supporto di Caf e patronati. Esso permette di fornire informazioni relativamente ai propri redditi all’Agenzia delle Entrate e dunque di ricevere eventuali rimborsi fiscali o versare le imposte dovute. Ogni anno si apre una finestra di qualche mese per poter far fronte a questo obbligo.
Dichiarazione dei redditi in ritardo o omessa: quali sono le sanzioni
Nel 2024 il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi è il 30 settembre. Tutti i contribuenti che saltino questa scadenza, dunque, rischiano multe e sanzioni di varia entità da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Ma poniamo il caso che un lavoratore o un pensionato non abbiano fatto fronte a questo obbligo entro i termini previsti: che tipo di sanzioni rischiano? Come nella maggior parte dei casi della Pubblica Amministrazione, anche per la mancata dichiarazione dei redditi la sanzione aumenta all’aumentare dei giorni di ritardo.
In particolare entro i 90 giorni dalla scadenza l’importo è di 25 euro, più maggiorazione delle eventuali imposte dovute. La maggiorazione e dello 0,2% per ogni giorno di ritardo se il versamento avviene entro 14 giorni. Del 3% se avviene entro 30 giorni e del 3,75% se il versamento avviene con oltre 30 giorni di ritardo dalla scadenza.
È bene considerare inoltre che l’importo di 25 euro è pari al 10% della sanzione, la quale avrebbe dunque un costo complessivo di 250 euro. Pertanto tutti coloro che inviino la dichiarazione relativa al 2023 entro il 28 febbraio 2025 rientreranno negli importi sopra elencati; mentre In caso di omissione la sanzione amministrativa pecuniaria andrà da un minimo del 120% a un massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute.
Infine si fa presente che sul sito dell’AdE è presente la versione precompilata del proprio 730 (con cui richiedere numerosi bonus): uno strumento che è già provvisto dei dati preliminari e che necessita soltanto di integrazioni o eventuali modifiche prima di essere inoltrato al Fisco.