Quando si commette un abuso edilizio, sono diversi i soggetti che concorrono al reato. Chi viene chiamato a risponderne penalmente?
Con il termine abuso edilizio si fa riferimento ad una costruzione che avviene attuata in maniera illecita, nel mancato rispetto della normativa in materia o del progetto precedentemente fornito al Comune di riferimento. Lo svolgimento dei lavori comprende diversi soggetti, situazione che porta a domandarsi chi debba rispondere penalmente per il reato commesso. La soluzione al quesito non è scontata e la determinazione della responsabilità dipende dai vari casi.
La realizzazione di una costruzione abusiva costituisce un illecito che viene punito dalla legge. Sono tre, nello specifico, i reati riportati nell’articolo 44 del Testo Unico dell’Edilizia. A partire dall’esecuzione di interventi senza rispettare le normative del Testo Unico dell’Edilizia. Il che vuol dire effettuare lavori non tenendo conto delle prescrizioni riportate nel permesso per la costruzione, andando incontro a multe fine a 10.329 euro.
Svolgere interventi in assenza dei dovuti permessi per la costruzione, o che presentano difformità tra i progetti esposti al Comune e quanto realmente effettuato, oppure ancora senza tenere conto di un ordine di sospensione, costituisce una violazione che viene punita con la reclusione fino a due anni e una multa che va dai 5.164 a 51.645 euro.
Infine, il caso più grave riguarda la lottizzazione illecita di terreni a scopo edilizio o l’attuazione di lavori in aree tutelate da vincoli archeologici, ambientali, storici, paesaggistici o artistici. I responsabili rischiano fino a due anni di carcere e mute comprese tra i 15.493 e i 51.645 euro.
Abuso edilizio, chi viene riconosciuto come responsabile? La risposta della normativa
Quelli appena citati rappresentano i reati principali, ai quali se ne aggiungono altri che possono variare in base alla tipologia di costruzione. Un esempio è dato dal mancato rispetto delle norme antisismiche o da violazioni ambientali con opere che hanno un impatto negativo. A chi spetta, dunque, rispondere penalmente in situazioni del genere?
Gli abusi edilizi, come affermato in precedenza, vedono la partecipazione di più soggetti. Il proprietario (oppure i comproprietari) del terreno o dello stabile, come i titolari di diritti reali o di possesso, che si occupano della commissione dei lavori figurano per essere considerati i principali responsabili. Sono numerosi i casi in cui questi ultimi finiscono con l’essere gli unici incriminati.
Ci sono, tuttavia, anche altri soggetti che potrebbero essere compresi tra gli imputati. Si tratta del costruttore, ossia l’appaltatore dell’opera, che viene riconosciuto nel titolare dell’impresa selezionata dal proprietario e dei subappaltatori della ditta principale, i quali si occupano di determinati lavori (come la ristrutturazione di tetto e pavimenti).
Ma anche del progettista, nel momento in cui risultano difformità nei progetti mostrati in Comune e nell’effettiva costruzione, e del direttore dei lavori, responsabile di accertarsi che gli interventi vengano effettuati in modo regolare, nel pieno rispetto della legge. La responsabilità dei soggetti coinvolti viene determinata dalle indagini. Con l’avvio del processo, sarà possibile stabilire la colpevolezza (o, al contrario, l’estraneità) dei partecipanti rispetto all’abuso edilizio.